“Non c’è nulla di nuovo sotto questo cielo, se non il dimenticato”.
Santajana
Usiamo una minima parte dei meravigliosi poteri che la natura ci ha donato. Apprendere, memorizzare, comunicare: sono tre facoltà innate dell’essere umano, tre stupefacenti abilità di cui ancora non abbiamo scoperto tutti i segreti.
Migliorare anche una sola di queste competenze significa essere più efficaci in campi disparati, dallo studio alle professioni, dalla crescita personale alle relazioni.
Immaginiamo quali possibilità si aprono se le miglioriamo tutte insieme!
A ben considerare, l’accrescimento di queste capacità porta a un miglioramento della qualità della vita stessa, dato che la natura ce ne ha fatto dono per meglio
adattarci all’ambiente che ci ospita. Eppure viviamo un’epoca paradossale, dove si fa un gran parlare di comunicazione efficace, empowerment, sviluppo personale, ma a un’indagine più attenta si scopre che proprio nel campo dell’apprendere, memorizzare e comunicare, abbiamo perso colpi rispetto ai nostri antenati.
Le tecnologie attuali ci hanno portato a sfruttare meno i nostri neuroni, in particolare per ciò che concerne la memoria, dato che ormai ogni informazione è a
portata di clic! Ma siamo sicuri che ciò abbia solo risvolti positivi? Cosa accadrebbe se l’uomo, circondato dagli agi e dalle comodità meccaniche, cominciasse a camminare e a muoversi di meno? In verità è proprio ciò che sta accadendo, e viviamo il paradosso per cui proprio il progresso tecnologico, tanto ambito, potrebbe inficiare quelle qualità di cui la natura, per i suoi scopi ancora imperscrutabili, ci ha gentilmente dotati! E i paradossi non si fermano qui. Siamo stati e siamo tutti studenti, eppure il nostro avanzatissimo sistema di istruzione tutto ci insegna tranne che le competenze fondamentali: a chi di voi, nella lunga carriera studentesca, è stato insegnato un “metodo di studio” efficace? Dove sono i libri sulle strategie di apprendimento rapido? Quali corsi ci sono sulle mnemotecniche? E sull’arte oratoria? Eppure proprio queste, ad essere onesti, sono le qualità principali di uno studente modello…ma non vengono insegnate! Dimenticanza, ignoranza, o preciso disegno? Il dubbio che si preferisca creare generazioni di “esecutori” più che “pensatori” nasce spontaneo.
Basta prendersi la briga di studiare un po’ di storia, e si scopre che gli antichi greci, e poi i romani, erano molto più abili di noi contemporanei nell’apprendere,
memorizzare e comunicare, Anzi, queste materie erano ritenute indispensabili per la formazione del “buon cittadino”, e venivano insegnate.
Le prime mnemotecniche sono state inventate dai cantori omerici; l’arte oratoria, di cui sofisti divennero maestri, nacque 2.500 anni fa a Siracusa; Cicerone e Quintiliano hanno scritto libri sul public speaking e sulle mnemotecniche al cospetto dei quali i moderni autori sembrano dei pivellini; Pico de la Mirandola conosceva i segreti
dell’apprendere rapidamente e Giordano Bruno stupiva le corti d’Europa con le sue tecniche di memoria; Leibniz e Von Minsk inventarono una mnemotecnica (alfa- numerica) che ancora oggi è insuperata.
E’ giunta l’ora di recuperare antiche conoscenze, di rispolverare tecniche e strategie che dimostrano come uomini e donne di epoche antiche avessero già varcato i confini dei limiti che noi stessi ci imponiamo. Ora anche le neuroscienze attestano che le capacità di apprendere e memorizzare sono praticamente infinite, che i nostri cervelli non sono semplici contenitori da riempire di più materiale possibile, ma veri e propri elaboratori di informazioni. E il segreto dell’apprendimento rapido e delle mnemotecniche sta proprio qui, nel modo in cui elaboriamo gli stimoli, le informazioni in entrata. Cosa che sapeva già il grande Cicerone, avendola appresa dai maestri ellenici, e che aveva trasformato nella tecnica dei “loci”, i luoghi di memoria in cui inseriva tutti i dati che voleva ricordare…e pareva che facesse miracoli nel foro romano.
Siamo abituati a sentire la storiella che per apprendere e memorizzare più efficacemente dobbiamo ripetere, ripetere e ripetere. Certo, qualcosa resterà…ma la mera ripetizione non è elaborazione. Nell’apprendimento e nella memorizzazione devono essere coinvolti i cinque sensi, le emozioni, la creatività. Il significato del
verbo “imparare” è “preparare dentro”, dunque già da tempo immemorabile si era a conoscenza che per apprendere non bastava leggere e ripetere, ma era necessario in qualche modo “lavorare” l’informazione in entrata.
Il segreto dell’apprendimento rapido e delle mnemotecniche è in una capacità che ogni essere umano possiede: creare una realtà virtuale! Provate a deformare con l’occhio della mente il volto di uno sconosciuto che incrociate per strada: ingigantitegli le orecchie come fosse Dumbo, drizzategli i capelli in testa come fossero antenne, trasformategli il naso in una spada. Vedrete che non dimenticherete più quel volto. Come mai? Semplice, perché la vostra mente inconscia non distingue realtà da immaginazione, e quella realtà virtuale che avete creato con le fattezze dello sconosciuto è come se fosse un dato reale, come se davvero aveste incontrato per strada un tizio con le orecchie da elefante e il naso a spada.
Non ci credete? E come mai, allora, piangete davanti a un film? E’ una realtà virtuale, ma la vostra mente inconscia non la distingue dal reale…e piange! E come mai quando avete un incubo vi svegliate e tremate, continuate a pensare alla scena paurosa del sogno e…avete paura? Era solo un sogno, ma per la vostra mente inconscia era come se fosse stato tutto vero…e vi ha trasmesso la paura. Se volete ricordare un nome, una parola qualsiasi, deformatela in maniera buffa.
Provate. Se volete ricordare una data, trasformate i numeri in lettere e formate una parola. Provate, è la tecnica di Leibniz. Se volete ricordare una serie di oggetti, o di parole, deformateli in modo drammatico, sensuale, inconsueto, e inseriteli in luoghi che già conoscete. Provate, è ciò che faceva Cicerone.
Se volete apprendere più velocemente quanto state leggendo, elaborate le parole che i vostri occhi guardano sul foglio facendovi alcune domande: Chi? Cosa? Come?
Quanto? Quale? Quando? Dove? Perché? Provate, è la tecnica che usa Paolo Vocca per leggere una sola volta la pagina di un libro e ricordarla tutta.
Tutte cose che facevano già i nostri antenati, tutte cose che potremmo rifare noi con risultati straordinari. Provare per credere!
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Paolo Vocca, 58 anni, avvocato penalista, scrittore, coach.
Esperto di strategie e tecniche di apprendimento e memorizzazione, cultore dell’arte oratoria, si è formato presso Nardone Group nel campo del problem solving, coaching e counseling strategico
Nardone Model COUNSEL COACHING STRATEGICO ® 35, 41, 44 ( Nice Classification )
(Copyright © di M. Cristina Nardone)
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